di Daniele Aragona
Oggi conosciamo un ingrediente poco usato, ma molto apprezzato in alcune ricette regionali ed in Spagna, dove si considera una verdura a tutti gli effetti:
L’erba Silena! …O meglio, Silene vulgaris, per i botanici!
Il nome sembra derivi da Sileno, greco dio rustico e tutore di Dioniso.
Veniva rappresentato con lo stomaco prominente e il calice dei suoi fiori ricorda questa caratteristica.
Quest’erba cresce spontanea per tutta la primavera e l’estate in campo aperto e nelle bordure; la riconosciamo per i fiorellini caratteristici: hanno un calice gonfio con una ventina di nervature verticali e 5 petali generalmente bianchi, ma possono anche tendere al rosa, e si biforcano sulla punta.

La pianta ha un fusto coperto, generalmente, da un pò di peluria ed è alta fino ad un metro, ma le foglie crescono quasi totalmente in basso e sono opposte: vellutate e dalla forma tra il lanceolato e l’ovale.


Il gusto, abbastanza intenso e corposo, ricorda quello del carciofo o dell’ortica, e lontanamente anche delle more di gelso.
Ricca di fenoli – importanti antiossidanti – ed acidi grassi come il linoleico, il palmitico e lo stearico, può essere consumata tranquillamente senza condimenti e preferibilmente a crudo, per mantenerne intatte le proprietà nutrizionali, ma senza assolutamente limitarci alle insalate!
E’ infatti un’ottima aggiunta alle zuppe, in modo che si scaldi senza cuocere, oppure come ripieno di ravioli, lasagne ed involtini, ma senza dimenticare i risotti!!
Bene, ora possiamo andare per campi a cercare questa meravigliosa verdura. Ma attenzione con le erbe selvatiche! Alcune possono essere molto tossiche… sempre meglio imparare a riconoscerle prima di preparare qualcosa: su internet esistono vari siti e forum che possono essere sicuramente validi alleati!
Ad ogni modo, di questa pianta i fiori sono molto caratteristici ed hanno sempre i petali biforcuti.
Buona creatività!
Daniele nasce a Roma negli anni ′80. Appassionato tanto di erbe selvatiche quanto di chimica, cucina e sopravvivenza, diventa vegano nel 2013. Passeggiando per boschi per isolarsi dal caos del quotidiano, approfondisce la sua curiosità per la natura iniziando ad “assaggiare” bacche e foglie riconosciute. Tra i suoi autori preferiti sicuramente Tito Lucrezio Caro. Ed è proprio nel “De Rerum Natura” che trova le basi della propria spiritualità.